Territorio
Ager Falernus - Agro Falerno

L'Ager Falernus è una regione storica della Campania settentrionale, tra il monte Massico e il Volturno, corrispondente all'odierna Piana di Carinola. Era nota presso i Romani, che la occuparono nel 340 aC fondandovi (318) la tribù Falerna, per la fertilità della sua terra e per la produzione del famoso vino falerno.
Il Falerno è un vino di antichissime origini, spesso citato nella letteratura latina come bevanda in uso nell'antica Roma. Attualmente viene prodotto col nome di Falerno del Massico DOC nei comuni di Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Falciano del Massico e Carinola, in provincia di Caserta, nelle tipologie bianco, rosso e primitivo.
Il bianco è prodotto con uve falanghina, ciciniello e altre locali, ha colore giallo paglierino carico, sapore asciutto e tenore alcolico di 12 gradi. Il rosso è prodotto con uve aglianico, piedirosso e primitivo, ha colore rosso granato, sapore asciutto e caldo, tenore alcolico elevato (14-16 gradi) e deve essere invecchiato almeno un anno prima di essere commercializzato. Il primitivo è prodotto con uva primitivo con aggiunta di altre locali, ha colore rosso granato, sapore asciutto e corposo, tenore alcolico di 14-16 gradi; anch'esso deve essere invecchiato almeno un anno prima della commercializzazione.
I Romani a tavola

Fra tutti i vini il più famoso era il Falerno che si produce ancora oggi nei pressi da Sessa Aurunca, Mondragone, Falciano del Massico e altre località tra il Lazio e la provincia di Caserta e ne esiste di rosso, bianco e rosato.
Al tempo dei Romani era soltanto rosso e veniva descritto come forte e durevole e, se giovane, talmente aspro da non poterlo bere. Piaceva solo dopo anni e anni di invecchiamento.
Orazio lo chiamava vino di fuoco e Persio lo definiva indomito. Si pretendeva che il suo periodo di invecchiamento andasse dai 10 ai 20 anni. Orazio parla di un Falerno, prodotto nelle sue vigne che aveva come lui 33 anni.
Cicerone invece diceva che un invecchiamento eccessivo rendeva il Falerno imbevibile. Secondo molti studiosi il Falerno doveva assomigliare, tra i vini che oggi beviamo, non tanto all'attuale omonimo rosso quanto allo sherry ed era di un colore paglierino scuro. Se ne trovavano di due tipi: quello secco e quello semidolce.
Quest'ultimo lo si otteneva praticamente per caso a seconda dell'andamento stagionale. Se nel periodo della vendemmia il vento soffiava costantemente da sud, le uve si "asciugavano" di più e la loro concentrazione zuccherina aumentava.
Fonte: www.bibliolab.it